Domanda-offerta: il mercato dice Equity
Data pubblicazione: 24 giugno 2025
Autore:

- Nel contesto attuale, ci sono meno IPO e più buyback. Tradotto: poca offerta e molta domanda.
- Ciò lascia presagire che, con buona probabilità, i rialzi dei mercati azionari proseguiranno.
- Rapporto inverso per i bond: l’offerta cresce, ma fino a quando la domanda la seguirà?
I DEBUTTI USA DAL 2000 AL 2025
Negli ultimi anni, c’è stato un minor numero di offerte pubbliche iniziali (IPO)
*Il dato 2025 è aggiornato a giugno
Fonte: Stock Analysis
Ci stiamo muovendo in un territorio estremamente interessante. Sulla scena internazionale sta succedendo praticamente di tutto, la volatilità non è certo ai minimi, eppure i mercati azionari tengono botta. Di più: salgono. Se volessimo provare a prevedere l’andamento degli indici nei prossimi mesi, in che direzione dovremmo guardare? Chi fa previsioni per mestiere, ha molte metriche a disposizione. Ce n’è però una che, allo stato attuale, può offrire più di uno spunto. Ed è, molto semplicemente, il rapporto tra domanda e offerta.
Che cosa ci può dire il rapporto tra domanda e offerta?
Facciamola semplice. In ogni sistema economico – e i mercati finanziari non fanno eccezione – c’è chi offre un bene o un servizio e chi lo richiede. È, appunto, il rapporto tra offerta e domanda. Il prezzo del bene o del servizio è influenzato da questo rapporto.
In linea di massima:
- se la domanda supera l’offerta, il prezzo sale;
- se è l’offerta che sopravanza la domanda, il prezzo scende.
È una dinamica che si esprime molto chiaramente nelle materie prime: il petrolio, per esempio, cala nelle fasi di rallentamento economico, che lasciano presagire una minore domanda, e sale in presenza di situazioni “calde” sul fronte geopolitico, che aprono invece uno scenario di minore offerta. Ma è una dinamica che oggi sembra agire anche sui mercati azionari e obbligazionari. Vediamo come, e con quali implicazioni.
IPO sì, ma senza esagerare: non è la fase del boom per i debutti in Borsa
A dispetto del rischio di un rallentamento economico e delle tensioni commerciali e geopolitiche in corso, molti indici globali sono sui massimi. Come mai? L’editorialista del Financial Times Robert Buckland, senior adviser presso Engine AI e Investa ed ex chief global equity strategist in Citi, in un suo recente contributo ipotizza che la resilienza del mercato possa dipendere, appunto, da una mera questione di domanda e offerta.
- L’offerta di nuove azioni è particolarmente contenuta;
- il riscatto di quelle in circolazione (il cosiddetto “buyback”) prosegue a ritmi sostenuti.
Sul primo punto, una panoramica ce la offre il grafico in apertura: sul mercato azionario USA, tra il 2000 e il 2025, si sono avute 6.441 offerte pubbliche iniziali, o IPO (1) , con un minimo registrato nel 2008 (62 appena) e un record assoluto nel 2021 (1.035), che ha battuto il precedente (480) del 2020. Conclusa questa fase, le cose sembrano essersi fatte molto meno eccitanti.
La domanda? Non manca: i colossi si danno allo shopping di azioni proprie
Per contro, come sottolinea Howard Silverblatt, senior index analyst in S&P Dow Jones Indices (2), “dopo il calo registrato nel 2023, le società hanno aumentato la spesa per il riacquisto di azioni proprie, stabilendo un record annuale nel 2024”. Di seguito, la top ten dei riacquisti nell’ultimo trimestre dello scorso anno, giusto per avere un quadro: notare la consistente presenza del tech, con la Apple a guidare la classifica. Ma ci torniamo.
I COLOSSI CHE FANNO SHOPPING DI AZIONI PROPRIE
I 10 maggiori buyback del quarto trimestre 2024 sull’S&P 500
Fonte: S&P Dow Jones Indices, dati in miliardi di dollari USA
I riacquisti di azioni proprie sembrano essere saliti anche nel primo trimestre del 2025, in scia al calo delle quotazioni che si è registrato in primavera (cui poi ha fatto seguito il recupero). Se l’IPO rappresenta l’offerta, il buyback è, di fatto, domanda: le operazioni di questo tipo, perciò, spingono la richiesta di azioni. E se l’offerta scarseggia, possono dare slancio a ulteriori rialzi dei prezzi.
Goldman Sachs (3) prevede che i riacquisti di azioni statunitensi supereranno il trilione di dollari nel corso di quest’anno. A maggio, per dire, Apple ha annunciato un programma di riacquisto di azioni proprie per un valore di 100 miliardi di dollari: il secondo maggior buyback della storia delle aziende USA, superato solo dal piano Apple da 110 miliardi di dollari del 2024.
In tutto questo, l’offerta netta di azioni pubbliche delle società tecnologiche si sta riducendo: bisogna tenerlo a mente, quando qualcuno paventa una seconda bolla tech. Nel boom tecnologico di fine anni Novanta, infatti, le emissioni di titoli azionari erano in piena espansione. Una situazione molto diversa dall’attuale, nella quale il Nasdaq 100 ha buone possibilità (e possibilità, lo ricordiamo, non vuol dire certezza) di registrare nuovi progressi, stante appunto la forte domanda a fronte di un’offerta più contenuta.
NASDAQ 100 AI MASSIMI DI SEMPRE
Una spinta arriva anche dalla minore offerta di azioni pubbliche nel tech (e non solo)
Fonte: Elaborazione Wealthype.ai su dati mensili Investing
E i mercati obbligazionari? Qui l’offerta rischia di essere fin troppa
Dal canto loro, i mercati dei titoli di Stato sembrano in questa fase soffrire di un problema di offerta. È previsto infatti un abbondante flusso di nuovi titoli di Stato, per finanziare gli aumenti della spesa e i tagli fiscali nelle varie aree economiche. I mercati globali del debito, lo sappiamo, hanno giocato un ruolo fondamentale nel supporto alla ripresa dalla crisi finanziaria del 2008 e dalla pandemia di Covid-19, fornendo capitali a governi e aziende. E adesso?
Secondo le previsioni dell’Organizzazione Mondiale per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (4), l’emissione di obbligazioni sovrane nei Paesi OCSE raggiungerà la cifra record di 17.000 miliardi di dollari nel 2025, dai 14.000 miliardi del 2023. Ma anche i prestiti dei mercati emergenti e delle economie in via di sviluppo dai mercati del debito sono cresciuti in modo significativo, dai circa 1.000 miliardi di dollari del 2007 ai 3.000 miliardi circa del 2024. Come se non bastasse, c’è lo stock globale di bond societari, che ha raggiunto i 35.000 miliardi di dollari a fine 2024.
(1) L’IPO è una procedura attraverso la quale un’azienda diffonde le sue azioni tra il pubblico, creando così il suo flottante.
(2) https://press.spglobal.com/2025-03-19-S-P-500-Q4-2024-Buybacks-Increase-7-4-and-2024-Expenditure-Sets-New-Record-by-Increasing-18-5-Earnings-Per-Share-Increases-from-Buybacks-Decline-for-the-Quarter,-as-Q1-2025s-Impact-is-Expected-to-Increase
(3) https://www.reuters.com/markets/us/wall-street-could-get-boost-1-trillion-buybacks-goldman-says-2025-01-16
(4) https://www.oecd.org/en/publications/global-debt-report-2025_8ee42b13-en.html
Bisogno di una consulenza?
Questo articolo ti è piaciuto?
Disclaimer
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. I contenuti degli articoli pubblicati sul presente sito sono redatti da Financialounge.com, dal content team di Wealthype.ai o TrueNumbers.it. Fineco non si assume alcuna responsabilità in merito alla correttezza, completezza e veridicità delle informazioni fornite. Il contenuto degli articoli pubblicati sul sito Fineco non rappresenta in alcun modo una ricerca in materia di investimenti, né un servizio di consulenza in materia di investimenti nè attivita' di offerta al pubblico di strumenti finanziari. Eventuali decisioni che ne conseguono sono da ritenersi assunte dal cliente in piena autonomia ed a proprio rischio. Fineco declina ogni responsabilità circa eventuali danni lamentati in conseguenza delle decisioni di investimento assunte.
Francesco Nitti
Personal Financial AdvisorMenù
Via Venezia Giulia
, Andria
Mostra numero di telefono
Mostra e-mail
Informative
COPYRIGHT © 2025
- All Rights Reserved
- Fineco Bank S.p.A.
Le informazioni contenute nel presente sito internet sono curate da Francesco Nitti e non costituiscono in alcun modo raccomandazioni personalizzate rispetto alle caratteristiche del singolo lettore e potrebbero non essere adeguate rispetto alle sue conoscenze, alle sue esperienze, alla sua situazione finanziaria ed ai suoi obiettivi di investimento. Le informazioni contenute nel presente sito internet sono da intendersi a scopo puramente informativo. Trattasi di informazione standardizzata rivolta al pubblico indistinto (cfr. art 69, comma 1, punto c, Regolamento Emittenti Consob e considerando n.79 della direttiva Mifid 2006/73/CE), con lo scopo di offrire un supporto informativo e decisionale ai propri lettori e ai clienti mediante l’elaborazione di un flusso informativo di testi, dati, notizie, ricerche e analisi attraverso le varie pubblicazioni. FinecoBank S.p.A. non si assume alcuna responsabilità in merito alla correttezza, alla completezza e alla veridicità delle informazioni fornite.